Primo insediamento greco
nella penisola, fu fondata da coloni che probabilmente
provenivano da Ischia.
Nel parco archeologico si incontrano più
costruzioni; subito dopo il vialetto d’ingesso
si trova sulla destra la Cripta romana,
una galleria che collegava la zona portuale alla
zona bassa della città realizzata per scopi
militari. Nel II secolo d.c. la cripta fu trasformata
in area cimiteriale paleocristiana.
Sulla sinistra troviamo il cosiddetto Antro
della Sibilla, una galleria di forma
trapezoidale risalente al VI secolo a.c. . Solo
successivamente,in età ellenica, il pavimento
fu abbassato di circa un metro. Per la sua forma
e la data a cui risale la costruzione è
stato associato alle descrizioni che Virgilio
dava dell’antro della Sibilla Cumana, anche
se non vi è alcuna prova di tale identità.
Tra l’antro e la cripta si inerpica la via
che conduce all’acropoli
lungo la quale troviamo i resti della porta della
città antica; superata tale porta si apre
una terrazza pavimentata in tufo che da una parte
si apre verso il mare e dall’altra dà
sul tempio di Apollo.
Dell’ originario tempio intitolato al Dio
del sole resta solo il basso podio in tufo, l’alzato
è invece di età augustea. Nel V
secolo fu trasformato in basilica cristiana nel
cui pavimento sono scavate circa novanta sepolcri.
Proseguendo per la via sacra si giunge alla sommità
dell’acropoli dove si trova il tempio
di Giove, maggiore costruzione del complesso
archeologico. Il santuario, eretto probabilmente
nel VI sec. a.C. probabilmente fu inizialmente
intitolo a Demetra, divinità cara agli
abitanti di Cuma. La struttura del tempio nel
corso dei secoli fu più volte modificata
senza però alterarne l’originaria
disposizione est-ovest; le strutture che possiamo
vedere oggi risalgono all’epoca augustea
anche se, successivamente e fino al 1207 fu trasformato
nella basilica di S. Massimo.