Il Parco Sommerso di Gaiola, fulcro del litorale di Posillipo, sorge tra le elevate falesie della baia di Trentaremi e i pendii dolcemente degradanti di Marechiaro.
Qui il paesaggio subacqueo è costituito da una straordinaria commistione di resti archeologici e popolamenti biologici ricchissimi di variopinte forme animali e vegetali, che tra l'intricato tessuto murario di epoca romana trovano ospitalità e riparo.
L'ambiente che s'incontra muta dalla costa verso il largo attraverso una varietà di paesaggi subacquei che alternano banchi di tufo erosi dalle onde e intagliati dalla mano dell'uomo sin dai tempi dei Romani, al tipico ambiente roccioso delle coste mediterranee, ricco di gorgonie bianche e gialle.
Intorno all'isola e alla villa della Gaiola si stendono, su piattaforme tufacee intervallate da piccoli valloni in ombra, i resti di costruzioni che, con le loro forme squadrate, le fessure tra i blocchi di pietra, le cavità e le diverse esposizioni alla luce, creano una specie di enciclopedia vivente dell'ambiente costiero mediterraneo.
Questa gita tra le peschiere e i pilastri della villa che duemila anni fa svettava sulla costa di Posillipo è accompagnata da nugoli di castagnole brune ("O'Guarracino" della famosa canzone napoletana), donzelle, tordi di mare, cefali dorati e piccoli saraghi. Il polpo comune si annida negli anfratti tra i blocchi di pietra ricchi di ricci, popolati da cozze e patelle.
Seguendo un promontorio sommerso che dalla villa digrada verso il largo si può giungere al Banco della Cavallara a una profondità di 20-30 metri. Il banco è caratterizzato da popolamenti di Gorgonie Bianche e Gialle e da animali biocostruttori che producono le stesse rocce su cui si insediano popolazioni variopinte e tra cui pascolano saraghi, serrani, re di triglie e s'infrattano murene. Esso, infatti, permette l'esperienza affascinante di un'immersione nel cuore del Mediterraneo di fronte al paesaggio unico del golfo di Napoli.